


Yevgeny Yevtushenko: una voce per il cambiamento sociale e politico nella letteratura sovietica
Yevgeny Yevtushenko (russo: Евгений Ефтушенко) è un poeta, scrittore e attivista politico russo. È nato il 18 luglio 1932 a Zima, Siberia, Russia, ed è morto il 1 aprile 2017 a Mosca, Russia.
Evtushenko divenne famoso negli anni '50 e '60 per la sua poesia, che spesso trattava questioni sociali e politiche. Era noto per il suo uso di un linguaggio semplice e di temi quotidiani per esprimere idee ed emozioni complesse. Il suo lavoro era ampiamente letto e ammirato in Unione Sovietica e all'estero, ed era considerato una delle figure di spicco dell'establishment letterario sovietico.
Oltre alla sua poesia, Yevtushenko scrisse anche opere teatrali, saggi e romanzi, ed era un uomo schietto sostenitore dei diritti umani e delle riforme democratiche nell'Unione Sovietica. Era un critico accanito del governo sovietico e delle sue politiche, e fu arrestato più volte per le sue attività politiche.
La poesia più famosa di Yevtushenko è "Gli eredi di Stalin", scritta nel 1956 e che criticava il culto della personalità che circondava Stalin e le politiche repressive del governo sovietico. La poesia venne ampiamente diffusa nel samizdat, una rete di pubblicazioni clandestine bandite dalle autorità sovietiche, e contribuì a scatenare un'ondata di dissenso e protesta contro il governo.
Nel complesso, Yevgeny Yevtushenko fu una figura di spicco e influente nella letteratura russa e politica, e il suo lavoro continua ad essere studiato e ammirato oggi.



